Salve a tutti, in questa
nuova intervista vi parlo dell’autrice Silvia Desario. Passo subito la parola a
lei.
Ciao Silvia, com’è nata
la tua passione per la scrittura? Ricordi e aneddoti particolari legati ad
essa?
Buongiorno, Francesco, ti
ringrazio per questa opportunità. Prima ancora che come scrittrice, è giusto
che io mi presenti come ragazza, di 18 anni, appassionata da sempre alla
scrittura. A me piace credere che ognuno di noi sia un potenziale scrittore. In
fondo, senza andare troppo lontano, lo scrittore chi è? Colui che sa impugnare
la penna e scrivere. Non è così difficile, forse l’unica difficoltà sta nel
pazientare, nello stare ad ascoltare cos’hanno da dire i nostri personaggi.
Tutto, insomma, è cominciato da sempre, da quando scrivevo sul mio diario
personale, o quando alle elementari mi piaceva descrivere tutto nei minimi
dettagli. Il mio punto forte è proprio questo, la descrizione: non mi piace
trascurare niente, e quando devo cominciare una storia, per me è fondamentale
soffermarmi proprio sui piccoli dettagli che mi circondano, per dare voce alle
cose, che altrimenti resterebbero mute. Tu mi chiedi se ci sono aneddoti… Be’,
otto anni fa vidi un film in televisione: non ricordo la trama, ricordo solo
che la protagonista disegnava conigli, e questi conigli poi prendevano vita,
staccandosi dal foglio. Questa cosa mi lasciò affascinata, mi dissi: anche io
voglio creare qualcosa di simile! E così quel pomeriggio disegnai anche io un
coniglio e quel coniglio diventò il protagonista della mia prima storia, da cui
ne sono nate altre dieci, che ho stampato per conto mio in cartolibreria. Ho
continuato a scrivere per me stessa, perché mi divertivo, perché quando scrivo
decido io come vanno le cose, i personaggi aspettano che io arrivi per
dialogare, vivere, per provare emozioni. E ammetto che la maggior parte delle
volte sono loro a stupirmi, perché spesso succedono cose, nel corso della
trama, che non avevo messo in conto e loro mi insegnano molte cose. E quindi,
ad oggi, ho scritto dieci romanzi, e questo è il primo che pubblico.
Helen Beatrix Potter, personaggio del film Miss Potter a cui fa riferimento Silvia, è stata un'illustratrice e scrittrice britannica, famosa per i suoi libri per bambini. |
Di cosa parla il tuo libro?
“Anche la luna è
bugiarda”, edito da Bonfirraro Editore, è la storia di ognuno di noi, delle
nostre illusioni e dei nostri tradimenti. Il titolo di questo libro ha una
storia un po’ particolare, che mi piace raccontare. Il titolo che scelsi tre
anni fa, quando lo ultimai, era: “L’eterna prigioniera”. Questo perché le tre
protagoniste si sentono completamente oppresse dalla loro quotidianità, appunto
prigioniere. Quando ho finito di rileggere l’ultima bozza, qualche mese fa, ho
scritto una poesia. E così il nuovo titolo è diventato “Anche la luna è
bugiarda”. In fondo, la luna è bugiarda perché, come tutti sappiamo, la sua
luce non le appartiene, ma è il riflesso di quella del sole. In questi termini,
la luna ci mente, tutte le notti, perché se non ci fosse il sole, lei sarebbe
opaca e non ci ammalierebbe della sua luce. La stessa cosa accade a noi. Ci
sentiamo sempre privati della nostra libertà, come se tutto ciò che facciamo
non sia mai veramente nostro, ma sia il risultato di ciò che fanno gli altri al
nostro posto. La domanda che voglio suscitare con questa storia è: chi siamo
noi? Quanto c’è di autentico nella nostra personalità? E qual è un modo per
essere veramente liberi? Tutto ciò si sviluppa attraverso tre storie, legate
tra loro, di tre ragazze apparentemente diverse. La prima, la mia preferita, è
Aliénor. Lei si sente estranea dalla sua città, Parigi, troppo caotica. Per
questo va via, e arriva ad Annecy. In questa città si sente libera di coltivare
le sue passioni, che sono il clavicembalo e la fotografia. A chi non piacerebbe
fuggire via per un po’, per poter fare quello che ci piace liberamente? E
allora potrebbe sembrare che scappare sia la soluzione per essere liberi... La
seconda storia, quella di Andréa, è una storia comune, di una ragazzina che si
innamora del suo migliore amico. Nella figura di Andréa mi piace far rientrare
tutti i miei sbagli, le mie emozioni passate. La terza storia, invece, è ambientata
in un’isola della Polinesia francese, e si svincola completamente dalla realtà.
Infatti, Moorea, la protagonista, è una bambina orfana, custodita da
diciassette animali mitologici, gli Anciéns. Grazie a loro Moorea cresce in
completa libertà, è veramente se stessa. Moorea è l’unico personaggio compiuto
di questa storia, perché lei, in effetti, è il simbolo della spensieratezza,
della libertà pura, che Andréa, Aliénor e ognuno di noi non è mai riuscito
veramente ad ottenere. Libertà è il piccolo gesto, è una farfalla che bacia un
fiore, un albero che ti parla, un animale che ti sorride. E allora la libertà è
un incantesimo, che si spezza quando si diventa grandi.
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