mercoledì 30 maggio 2018

Bilancio personale sulle serie tv viste nell'arco della stagione televisiva 2017-2018


Ps: non ci sono spoiler, le mie sono considerazioni generali.



In quest’articolo valuterò il rendimento dell’ultima stagione delle mie serie preferite (forse non proprio tutte, alcune le guardo solo per abitudine), che, da come si evince, sono per la maggior parte fantasy o supereroistiche, ma non mancano le comedy carine e fuori dagli schemi. Sorprese piacevoli e inaspettate, molti ribassi e qualche ripresa interessante, con annesso potenziale per il futuro. Detto questo, tenetevi forte, si parte. Ha inizio il viaggio nel mio personale universo di serie televisive.





INHUMANS-Voto 4: Peccato, una serie che aveva un potenziale interessante, ma che si è rivelata molto scadente sia per trama, azione e personaggi, con abilità sì interessanti, ma poco curati. Devo dire che l’unico che mi è piaciuto un pochino è stato il super cane Lokjaw, capace di teletrasportarsi da un luogo all’altro. Per il resto un vero disastro.




ONCE UPON A TIME, STAGIONE 7- Voto 5,5: Una stagione che parte con una sorta di reboot che sembra interessante, ma che si perde in molti luoghi comuni che hanno caratterizzato le stagioni precedenti, come la solita maledizione che provoca l’ennesimo effetto alzheimer ai nostri personaggi delle fiabe, facendoli cadere nell’oblio di altre vite. Si parte bene, ma più si va avanti e più la stagione si perde; molti personaggi perdono il carisma di un tempo, altri lo acquistano, ma resta tutto molto piatto. L’unica cosa degna di nota è il finale, bello dal dire “non vedevo l’ora” (che finisse così!). Perché sì, a quanto pare, la serie non sarà rinnovata per un’ottava stagione e questo mi va più che bene, perché, dopo le prime 4 stagioni, questo show, aveva perso tantissimo e a mio avviso non aveva altro da dire. Insomma, OUAT ha dato il meglio di sé all’inizio e il peggio nelle ultime stagioni. Quindi, ribadisco: giusta e degna chiusura, con un finale che vale il mezzo voto in più.




MARVEL AGENT’S OF SHIELD, STAGIONE 5- Voto 6: Anche qui avrei preferito che chiudessero dopo 5 stagioni, ma quelli della Marvel si sono incaponiti sul fatto che questi personaggi e questo show abbiano ancora molto da dare e quindi hanno rinnovato la serie, che però, a quanto pare, nella prossima stagione conterà solo 13 episodi. Questo ultimo dettaglio mi sta bene, perché a mio avviso 22 episodi sono troppi e nel corso di una stagione molti si rivelano inutili e inconcludenti. In questa stagione, i nostri eroi dello Shield si ritrovano catapultati nello spazio, chissà perché, mi verrebbe da aggiungere… A mio avviso, ogni personaggio dà il massimo di sé da far pensare a una morte o una degna chiusura dello stesso. Ci sono elementi interessanti, la nostra Quake, interpretata dalla stupenda Chloe Bennet, diventa sempre più forte e leader capace, mentre altri personaggi come lo stesso Coulson perdono un po’ di carisma, e senno aggiungerei. Anche qui ho apprezzato molte scene di combattimento, soprattutto nella seconda parte della stagione e nel finale, che sembrava essere un indizio per un’ultima stagione, ma niente, ritorneranno tutti.





SHANNARA, STAGIONE 2- Voto 6: Ero indeciso tra il 5, 5 e il 6, ma mi va di premiare questa seconda stagione, soprattutto per un po’ di colpi scena e qualche buon combattimento a colpi di magia. Per il resto, personaggi che lasciano poco o niente.





LEGEND’S OF TOMORROW, STAGIONE 3- Voto 6: Uno show apprezzabile, soprattutto per la vena umoristica, ma a volte troppo esagerata anche in momenti che magari meriterebbero un po’ più di serietà. Viaggi nel tempo interessanti, nuove aggiunte al team di supereroi e un nemico quasi biblico che incute terrore, ma neanche troppo. Per me è una serie che ha un enorme potenziale e spero che nella quarta stagione riesca a fare il salto di qualità che merita.




SUPERGIRL, STAGIONE 3- 6: Nessun colpo di scena, il voto sale per un villain che metterà a dura prova la nostra eroina Kara Danvers. Qualche personaggio verrà maggiormente approfondito, ci saranno delle new entry. A mio avviso, non è una stagione degna di nota, potevano fare di più, anchw perché, trattandosi di una supereroina aliena, questa è comunque una serie che ha del potenziale per future invasioni.




TROY, FALL OF A CITY- 6,5: Una serie innovativa, dai buoni spunti, che porta sul grande schermo le vicende narrate nell’Iliade. A differenza del film Troy, si attiene molto ai fatti, anche nei piccoli dettagli e soprattutto qui compaiono le divinità, che patteggiano per l’uno e per l’altro popolo in guerra. Ah, ho dimenticato di sottolinearlo, qui i protagonisti non sono gli eroi, quelli sono solo personaggi marginali, ma i due amanti Paride ed Elena, causa scatenante della guerra. Difatti, la serie sarà incentrata molto su loro due, sulle loro preoccupazioni per il conflitto e la non accettazione alla corte troiana nei confronti dell’ex-regina spartana. Non una grandissima serie, ma merita questo voto di incoraggiamento, perché ha offerto spunti molto buoni. (per una recensione più approfondita vi rimando a questo articolo pubblicato sempre sul mio blog: Troy fall of a city)




KRYPTON- 6,5: La serie prequel sugli antenati di Superman parte subito forte nel primo episodio, poi ci si capisce ben poco. Ho avuto moti dubbi a valutarla fino al finale di stagione bellissimo e ricco di colpi di scena. Ad una prima visione, mi sento di dare questo voto, non vorrei strafare troppo per una serie di cui però ero molto curioso. Il villain Brainiac è molto interessante. Attendo con grande curiosità la prossima stagione.




ARROW, STAGIONE 6- Voto 7: Una stagione che segna una netta ripresa dello show, cosa che coincide guarda caso anche con l’assenza dei tanti flashback che avevano contraddistinto le precedenti stagioni. Non abbiamo alcun nemico incappucciato dall’identità nascosta o big villain dalle abilità magiche o particolari, qui la fanno da padrone le scelte difficili e dolorose che dovrà prendere il nostro Olive Queen. Il team Arrow attraverserà un periodo di grande crisi, in cui ogni singolo membro dovrà fare i conti con la propria solitudine, che influenzerà anche le sue scelte. Identità e affetti sempre in bilico; ogni personaggio darà molto più ascolto alle proprie motivazioni a scapito del collettivo. E il villain di questa stagione giocherà molto su ognuna di queste debolezze. Finale bello, ma avrei preferito che la serie si fermasse qui, perché a mio avviso in sei stagioni ogni personaggio ha dato tutto quello che doveva dare. Ma si sa, il Berlantiverse è duro a morire e quindi anche il nostro giustiziere verde ritornerà ad ottobre.




GOTHAM, STAGIONE 4- Voto 7,5: Dopo una stagione passata, a mio avviso, un po’ in calo, Gotham si riprende alla grande. Tanti colpi di scena, ribaltamenti continui, alleanze inaspettate, villains sempre più pazzoidi e furiosi, come è giusto che sia nella sempre tetra Gotham. Anche il nostro Jim Gordon, per perseguire il suo forte senso di giustizia, sarà costretto a fare di tutto, anche a stringere alleanze discutibili e a sacrificarsi. Jim dovrà fare spesso i conti con la solitudine delle sue scelte. Per certi versi, sarà così anche per Bruce, che si avvicina sempre di più a essere il giustiziere pipistrello di Gotham, entrando sempre di più nel vivo dell’azione. Altri personaggi redivivi faranno comunque la loro parte, innescando tutta una serie di trame e sotto-trame sorprendenti. Uno show in crescita, che sta ritornando a mio avviso ai fasti delle prime stagioni. D’altronde con il potenziale che ha non può essere altrimenti. Visto il finale, devo dire che ho un po’ di hype per la prossima stagione.
 




THE FLASH, STAGIONE 4- Voto 8: Del Berlantiverse (Supergirl-Arrow-Flash e Legend’s of Tomorrow) questo si dimostra essere uno show in continua crescita, che sfrutta sempre alla meglio il potenziale che offre un personaggio fumettistico come Flash. È sicuramente godibile per tanti motivi. L’ironia non manca mai, neanche il villain cazzuto, che a proposito quest’anno non avrà alcuna maschera, con annessa identità da svelare. Sarà tutto chiaro sin dall’inizio. Il villain metterà veramente a dura prova Barry e il suo team, e non mancheranno spaccature, momenti di sconforto e decisioni dure da prendere per un bene superiore. Questo villain, chiamato De Voe, è pazzesco per ciò che può fare, ma lo sono anche gli altri metaumani che compariranno. Ad un certo punto, vista la forte ascesa del villain, ho addirittura pensato ad una cosa assurda; ma la mia teoria è stata smontata. Ho apprezzato molto l’aggiunta nel team Flash di Elongated Man, l’Uomo Elastico,  un personaggio molto sopra le righe. Infatti, dovrà imparare a essere un supereroe, a convivere con il resto del gruppo e ad agire per il bene degli altri. Una new entry di tutto rispetto. Questo show mi meraviglia sempre di più, anche perché la mole di metaumani a disposizione è davvero elevata e quindi ce ne sono ancora tanti da vedere. C’è attesa per la prossima stagione.



BLACKLIGHTNING- Voto 8, 5: Serie di soli 13 episodi, le cui vicende sono molto radicate nel tessuto sociale di una comunità afroamericana, dove ancora si combatte per i propri diritti. Blacklightning, alias Jefferson Pearce, preside di una scuola di Freeland, è il giustiziere che ripulisce le strade da criminali e spacciatori, per un forte senso di appartenenza al luogo in cui abita, anche per garantire un futuro migliore alle sue figlie e ad altri ragazzi. Gesù nero, predicatore e padre per tutti, questo supereroe, nella sua lotta personale al crimine, si ritroverà a fare i conti con il suo passato e con la sua famiglia acquisita. I personaggi, anche i criminali, sono ben approfonditi. Ottimi i rapporti familiari tra Jefferson e le sue figlie, che attraversano una fase della loro vita molto particolare, in cui emergono problematiche adolescenziali ed esistenziali. Ci sono colpi di scena interessanti, ma non esagerati, come i combattimenti e l’uso dei poteri elettrici del nostro supereroe. Perché questo vuole essere uno show reale, in cui la voce delle persone e di ogni protagonista, vuole essere reale e lottare a viso aperto per un forte senso di appartenenza, piuttosto che indossare una maschera.



THE GIFTED- Voto 8,5: Serie rivelazione targata Fox(Marvel) di 13 episodi, ambientata in un mondo che soffre la mancanza degli x-men, in cui i mutanti sono costretti a vivere in clandestinità. E nell'ombra, per sfuggire al governo, si muove anche la famiglia Strucker, i cui due coniugi sono costretti ad abbandonare le proprie vite, per nascondere i due figli che si riveleranno essere dei mutanti. Andy e Lauren, questi sono i nomi dei due ragazzi, dovranno fare i conti con una nuova vita a contatto con un gruppo di mutanti clandestini. La lotta contro il Sentinel Service, che dà la caccia a tutti i dotati come i due protagonisti, sarà dura e ricca di compromessi da accettare. Ogni personaggio è ben delineato in tutte le sfaccettature da renderlo molto credibile e vicino al sentire dello spettatore. Scelte difficili, identità da svelare e tante sotto-trame giocano a favore di questa serie, che regala un finale sorprendente, che aumenta il mio hype per la prossima stagione.



RUNAWAYS- Voto 9, 5: Altra serie rivelazione targata Marvel (trasmessa sul canale Hulu) di 10 episodi, che ha come protagonisti dei liceali alle prese con il segreto che accomuna i loro genitori, che fanno parte di una setta. Personaggi e rapporti tra loro ben delineati e credibili, a volte addirittura sorprendenti. Il rapporto genitori-figli è alla base della serie e di tutte le scelte che faranno poi i giovani protagonisti. Tante cose da svelare, colpi di scena interessanti, c’è forse poca azione, giustificata dal fatto che questi ragazzi sono impreparati e che i loro sentimenti per i genitori sono in continuo contrasto. Il finale di stagione mi ha lasciato con un grande hype per la prossima.



Netflix:



JESSICA JONES, STAGIONE 2- Voto 7, 5: Una stagione non all’altezza della prima, in cui il personaggio di Jessica, seppur diventato più responsabile in ambito lavorativo e nei rapporti umani, crolla ancor di più. Questo perché dovrà combattere  il suo passato che si manifesta in tanti indizi tutti da cogliere. A mio avviso, Trish si dimostra essere il personaggio più dinamico e tenace nel voler perseguire la verità a tutti costi, con ogni mezzo possibile. Il villain sorprende, ma neanche troppo, riuscendo a creare comunque una dinamica interessante con Jessica. Dopo The Defenders, c’era d’aspettarsi un calo psicologico del personaggio, che mi è sembrato spesso ripetitivo nei suoi modi di fare. Spero si fermino qui con questo show.




Atre serie fuori dal coro:


RED OAKS, STAGIONE 3, voto 6: In questa stagione di soli 6 episodi, gli ex-membri del circolo di tennis Read Oaks hanno preso tutti strade diverse e ciò che li accomuna è la voglia di voler emergere nella società, prendendo decisioni che hanno il retrogusto, spesso amaro, di vere e proprie scommesse, di quelle che ti possono cambiare la vita, in tutti i sensi. Ci sono tentennamenti, presenze dal passato che tentano di disturbare il percorso di cambiamento intrapreso da ogni singolo personaggio, ma tutti si dimostrano però un po’ più fermi nel lasciarsi il passato alle spalle.



MOZART IN THE JUNGLE, STAGIONE 4, Voto 7,5: Il nostro protagonista, il maestro d’orchestra Rodrigo De Souza è un mito che cade lentamente, di stagione in stagione, come il suo amore spontaneo per la musica. E allora, in questa stagione, dovrà fare i conti con se stesso, con la sua personalità duale, che si dibatte tra amore per la musica e quello per la sua oboista preferita Hailey Rutledge. La relazione tra i due va a gonfie vele e mi piace sottolineare come Hailey riesca finalmente a prendersi i suoi giusti spazi, per uscire dall’ombra di Rodrigo e coltivare maggiormente i suoi sogni. Il suo personaggio si trasforma, cambia in meglio, trovando la grinta giusta, che la porta a sacrificare l’amore che aveva sempre desiderato per la carriera che aveva sempre sognato. Rodrigo e Hailey vivono momenti contrapposti, che includono comunque tante difficoltà. Stesso discorso vale anche per altri personaggi che, abbandonata l’orchestra, si dedicano ad altro; hanno intrapreso tutti altre strade, con cambiamenti che hanno cancellato le banali vite che avevano nelle prime stagioni, in cui si facevano trascinare molto dagli eventi. Se da un lato questo loro cambiamento risulta essere molto responsabile, dall’altro reprime la passione per la musica di cui si sono sempre alimentati per vivere. Serie geniale e mai noiosa per le sue scene sempre esuberanti, fresche e fuori dagli schemi.


Conclusioni

Dopo l’analisi del mio bagaglio personale di serie tv, passo alle conclusioni, che corrispondono al mio hype per la prossima stagione televisiva

Ho già detto che gli show più sorprendenti sono stati senza ombra di dubbio The Gifted e Runaways e come terzo aggiungerei Blacklightning. Quindi sì, aspetto con ansia le prossime stagioni, visti anche i finali proposti, che aprono le menti dei fan a tutta una serie di teorie molto interessanti. Di sicuro, aspetterò molto anche The Flash, con aspettative sempre più alte dopo questa quarta stagione.
Tra gli show nuovi c’è curiosità per Cloak and Dagger, sempre targato Marvel, mentre l’hype è a mille per la terza stagione di Daredevil, per capire quali saranno le future avventure del Diavolo di Hell’s Kitchen dopo gli eventi di The Defenders.
Detto questo, siamo davvero alla chiusura. Queste sono le mie opinioni, fatemi sapere le vostre nei commenti sulle serie da me valutate, consigli su altre serie da seguire ed eventuali hype. Con queste ultime parole, non mi resta che salutarvi e rimandarvi alla prossima stagione televisiva, per un nuovo  ricco pagellone.

Intervista ad Alessandro De Cicco





Salve a tutti, oggi vi presento l’autore Alessandro De Cicco autore del libro "Nelle tue mani. Racconti, pensieri e bestemmie d'amore".


Ciao Alessandro, parlaci di te e della passione per la scrittura? Come nasce, quali ricordi hai che sono particolarmente legati ad essa?

Ciao! Come detto mi chiamo Alessandro, ho 20 anni e sono originario di Afragola, in provincia di Napoli. Da circa due anni studio scienze economiche e bancarie presso l’università di Siena, dove attualmente vivo.
La mia passione per la scrittura nasce alle elementari, grazie ad un progetto di valorizzazione della poesia tra i più piccoli, promosso dalla mia stessa scuola. È una passione che, a onor del vero, nasce e resta legata a quel periodo della mia vita.
I primi anni del liceo rappresentano un nuovo inizio: ricomincio a scrivere, per me stesso e, soprattutto, per dar sfogo a quelle che sono le mie emozioni in un piccolo mondo privato celato tra le pagine di un diario o, all’occorrenza, anche dietro un semplice foglio di quaderno.  Questa stessa passione mi porterà ad interessarmi ancor di più agli studi letterari del liceo, approfondendo gli autori studiati e altri fuori programma come Pavese, Merini, Salinas, Pessoa che sono, tra l’altro, gli autori che più ispirano il mio ‘lavoro’ (se così possiamo definirlo).



IBS




Bestemmie d’amore è il tuo titolo d’esordio. Di cosa parla? Quanto il titolo rispecchia il contenuto?

Il libro in questione è una raccolta illustrata di poesie il cui tema principale è, come si evince, l’Amore. Ogni poesia rappresenta, alternativamente o contemporaneamente, la descrizione di uno squarcio del mio vissuto, le mie considerazioni relative alle mie stesse esperienze e, da qui, il sottotitolo del libro. ‘Nelle tue mani’, invece, si rivolge letteralmente al lettore che ha tra le mani il libro e tutto ciò che ne consegue e, metaforicamente, al fatto che ciò da cui sono scaturite le poesie si sia originato, in me, ‘per mano’ di qualcun altro che ha lasciato una traccia nelle mie stesse parole.
Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?L’unico consiglio che sento di poter dare è semplicemente: ‘SEGUITE LA VOSTRA PASSIONE’. Scrivere, in particolare, è un buon modo di veicolare ciò che solitamente si tende a reprimere o può essere, semplicemente, un modo diverso e ulteriore di esprimere sé stessi. Scrivere mi ha aiutato a capirmi e a capire meglio ciò che vivo, lasciando sempre aperta una finestra su qualcosa di nuovo.

Presentazioni, eventi e progetti futuri.

Non ci sono in programma presentazioni o eventi, almeno per ora. Per quanto riguarda i progetti futuri qualcos’altro ha preso forma e sta crescendo, pian piano, ma non voglio sbilanciarmi ulteriormente.

Dove possono seguirti i lettori?

Chiunque voglia seguirmi sono su Instagram, che uso fin troppo spesso, come __paradiselost__ e su Facebook come Alessandro De Cicco.

Ringrazio Alessandro per averci concesso un po’ del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.


lunedì 28 maggio 2018

Brano tratto da "Est locus" di Cristina Colace, in omaggio alla storica tratta Avellino- Rocchetta Sant'Antonio





Buonasera a tutti, ritornano i contenuti speciali sul blog. Ancora una volta la giovanissima autrice irpina Cristina Colace, ci regala scampoli della sua poetica prosa, tratta da Est Locus, suo racconto finalista al Campiello Giovani 2018. Ma l'autrice ha voluto arricchire le sue parole con delle considerazioni che riguardano l'inaugurazione di domenica 27 maggio della storica tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta, a cui è ispirato il brano del racconto.


"Il fischio invade l’aria frizzante del mattino. Turbini di foglie arse dai colori caldi danzano sui binari, ignare di quanto stia per succedere. Il treno avanza lentamente, lo stridere del ferro sembra un lungo, interminabile sospiro di sollievo. I bambini, incuriositi, schiacciano i teneri nasi e le manine contro il vetro dei finestrini. Sulla banchina scoppia un applauso commosso: la ferrovia rinasce, risplende, brulica di vita nuova. “In carrozza!” grida emozionato Giuseppe, amplificando la voce rauca col palmo della mano. Le parole di Dora gli tornano alla mente e lo fanno sorridere, volge lo sguardo al cielo sperando che, dovunque lei sia, lo stia guardando. Stavolta non interromperà alcun addio, alcun bacio appassionato, ma solo l’euforica attesa di scoprire quanto questa nostra Irpinia abbia ancora da offrire.
Non c’è un luogo. È il luogo."
(EST LOCUS, PREMIO CAMPIELLO GIOVANI 2018)






L'avevo immaginata così, quell'attesissima giornata primaverile in cui alla nostra comunità sarebbe stato restituito il primo tassello di ottocentesca modernità. Ed ora, rileggendo(mi) dopo aver compiuto questo viaggio a metà fra il paesaggio e l'interiorità, tra il passato ed il presente, sento di aver dato il mio minuto contributo a tutto questo. Perché è così che l'avevo immaginata. Spero che le mie righe immature, inesperte, abbiano aiutato a restituire alla nostra linea irpina lo spazio che merita. C'è ancora tanta strada da fare (...E non è un gioco di parole!), sarà necessario informare e pubblicizzare, organizzare gli eventi, curare i dettagli, coinvolgere ancora di più, ma possiamo festeggiare, per ora, la prima di una lunga e desiderata serie di conquiste.
Ciascuno può scegliere di fare la rivoluzione a suo modo: io ho scelto di farla con le parole, scrivendo. Eppure mi sento di ringraziare chi l'ha fatta concretamente, con le azioni, con le mani. Grazie per questo viaggio, a nome mio, della mia famiglia, ma soprattutto dei miei nonni. Perché erano seduti sul treno sorridenti e commossi, accanto a me. Innamorati quanto me di questa terra.


Cristina Colace

Intervista ad Alessia Coppola





Oggi sul mio blog ho piacere di presentarvi l’autrice Alessia Coppola, che ha avuto anche l’occasione di presentare i suoi due ultimi romanzi al Salone del libro di Torino. Sto parlando de “Il profumo del mosto e dei ricordi” pubblicato con Newton Compton e del distopico “Vision” edito da La Corte Editore. Ma, senza perdermi troppo in chiacchiere, passo subito la parola a lei.



Ciao Alessia, parlaci di te e della tua passione per la scrittura, com’è nata? A quale ricordo sei particolarmente più legata?

Ciao! Più che parlare di passione parlerei di dipendenza. Ho iniziato a scrivere da quando ho imparato a farlo e da allora non ho mai smesso. Il primo ricordo legato alla scrittura appartiene alla mia infanzia: avevo circa sei anni quando espressi il desiderio di fare la scrittrice, davanti a una bancarella di libri; ricordo che dissi "da grande voglio scrivere anche io". Da allora, ogni singolo giorno della mia vita è stato donato alla scrittura.


Di cosa parla il tuo ultimo libro?

"Il profumo del mosto e dei ricordi" è un'opera di narrativa contemporanea al femminile. È ambientato in Salento e racconta la storia di una giovane protagonista che va incontro al suo passato, attraversando segreti di famiglia e difficoltà che la faranno crescere. Da Firenze partirà per la Puglia per scoprire l'eredità del nonno, che consisterà in una tenuta e in un vigneto. Ma Lavinia scoprirà che ciò che le ha lasciato il nonno, andrà al di là di un bene materiale, infatti lei scoprirà il legame con la terra e con persone che prima di allora erano sconosciute.Mentre "Vision" è un distopico sfi-ci, ambientato nel futuro. La protagonista, Reika, vive in una società in cui si crede che al mondo non ci siano più forme di vita oltre i confini della città sopravvissuta. Reika scoprirà il grande inganno che tiene sotto scacco il suo mondo e non solo.



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Hai partecipato all’ultimo Salone del libro di Torino, com’è stata la tua esperienza?

È stata una meravigliosa esperienza. Quest'anno mi sono divisa tra lo Stand Newton Compton e quello La Corte. Il 12 maggio ho partecipato insieme ad altre colleghe Newton al firmacopie ufficiale del "Profumo del mosto e dei ricordi"; finito il firmacopie, sono tornata allo stand La Corte per firmare le dediche sul libro in anteprima "Vision".Ogni volta l'affetto dei lettori mi ripaga di tutto. Torino già mi manca, insieme a tutte le bellissime persone incontrate lì.


Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?

Il consiglio che do ogni volta è quello di leggere tantissimo, i libri sono i migliori maestri per uno scrittori. Inoltre, bisogna sempre credere in se stessi e non arrendersi mai.






Prossime presentazioni, eventi e progetti futuri.

Per i progetti futuri non posso dire nulla, posso solo anticipare che a ottobre uscirà in libreria "Vision".Per quanto riguarda le prossime presentazione, i lettori possono trovare tutte le date sui miei profili sociali.


Dove possono seguirti i tuoi lettori?

Possono trovarmi su facebook con il profilo personale e la pagina, su instagram, twitter e su youtube.

Ringrazio Alessia per averci concesso un po' del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.

mercoledì 23 maggio 2018

Intervista a Silvia Desario




Salve a tutti, in questa nuova intervista vi parlo dell’autrice Silvia Desario. Passo subito la parola a lei.


Ciao Silvia, com’è nata la tua passione per la scrittura? Ricordi e aneddoti particolari legati ad essa?

Buongiorno, Francesco, ti ringrazio per questa opportunità. Prima ancora che come scrittrice, è giusto che io mi presenti come ragazza, di 18 anni, appassionata da sempre alla scrittura. A me piace credere che ognuno di noi sia un potenziale scrittore. In fondo, senza andare troppo lontano, lo scrittore chi è? Colui che sa impugnare la penna e scrivere. Non è così difficile, forse l’unica difficoltà sta nel pazientare, nello stare ad ascoltare cos’hanno da dire i nostri personaggi. Tutto, insomma, è cominciato da sempre, da quando scrivevo sul mio diario personale, o quando alle elementari mi piaceva descrivere tutto nei minimi dettagli. Il mio punto forte è proprio questo, la descrizione: non mi piace trascurare niente, e quando devo cominciare una storia, per me è fondamentale soffermarmi proprio sui piccoli dettagli che mi circondano, per dare voce alle cose, che altrimenti resterebbero mute. Tu mi chiedi se ci sono aneddoti… Be’, otto anni fa vidi un film in televisione: non ricordo la trama, ricordo solo che la protagonista disegnava conigli, e questi conigli poi prendevano vita, staccandosi dal foglio. Questa cosa mi lasciò affascinata, mi dissi: anche io voglio creare qualcosa di simile! E così quel pomeriggio disegnai anche io un coniglio e quel coniglio diventò il protagonista della mia prima storia, da cui ne sono nate altre dieci, che ho stampato per conto mio in cartolibreria. Ho continuato a scrivere per me stessa, perché mi divertivo, perché quando scrivo decido io come vanno le cose, i personaggi aspettano che io arrivi per dialogare, vivere, per provare emozioni. E ammetto che la maggior parte delle volte sono loro a stupirmi, perché spesso succedono cose, nel corso della trama, che non avevo messo in conto e loro mi insegnano molte cose. E quindi, ad oggi, ho scritto dieci romanzi, e questo è il primo che pubblico.



Helen Beatrix Potter, personaggio del film Miss Potter a cui
fa riferimento Silvia, è stata un'illustratrice e scrittrice britannica,
famosa per i suoi libri per bambini.






Di cosa parla il tuo libro?

“Anche la luna è bugiarda”, edito da Bonfirraro Editore, è la storia di ognuno di noi, delle nostre illusioni e dei nostri tradimenti. Il titolo di questo libro ha una storia un po’ particolare, che mi piace raccontare. Il titolo che scelsi tre anni fa, quando lo ultimai, era: “L’eterna prigioniera”. Questo perché le tre protagoniste si sentono completamente oppresse dalla loro quotidianità, appunto prigioniere. Quando ho finito di rileggere l’ultima bozza, qualche mese fa, ho scritto una poesia. E così il nuovo titolo è diventato “Anche la luna è bugiarda”. In fondo, la luna è bugiarda perché, come tutti sappiamo, la sua luce non le appartiene, ma è il riflesso di quella del sole. In questi termini, la luna ci mente, tutte le notti, perché se non ci fosse il sole, lei sarebbe opaca e non ci ammalierebbe della sua luce. La stessa cosa accade a noi. Ci sentiamo sempre privati della nostra libertà, come se tutto ciò che facciamo non sia mai veramente nostro, ma sia il risultato di ciò che fanno gli altri al nostro posto. La domanda che voglio suscitare con questa storia è: chi siamo noi? Quanto c’è di autentico nella nostra personalità? E qual è un modo per essere veramente liberi? Tutto ciò si sviluppa attraverso tre storie, legate tra loro, di tre ragazze apparentemente diverse. La prima, la mia preferita, è Aliénor. Lei si sente estranea dalla sua città, Parigi, troppo caotica. Per questo va via, e arriva ad Annecy. In questa città si sente libera di coltivare le sue passioni, che sono il clavicembalo e la fotografia. A chi non piacerebbe fuggire via per un po’, per poter fare quello che ci piace liberamente? E allora potrebbe sembrare che scappare sia la soluzione per essere liberi... La seconda storia, quella di Andréa, è una storia comune, di una ragazzina che si innamora del suo migliore amico. Nella figura di Andréa mi piace far rientrare tutti i miei sbagli, le mie emozioni passate. La terza storia, invece, è ambientata in un’isola della Polinesia francese, e si svincola completamente dalla realtà. Infatti, Moorea, la protagonista, è una bambina orfana, custodita da diciassette animali mitologici, gli Anciéns. Grazie a loro Moorea cresce in completa libertà, è veramente se stessa. Moorea è l’unico personaggio compiuto di questa storia, perché lei, in effetti, è il simbolo della spensieratezza, della libertà pura, che Andréa, Aliénor e ognuno di noi non è mai riuscito veramente ad ottenere. Libertà è il piccolo gesto, è una farfalla che bacia un fiore, un albero che ti parla, un animale che ti sorride. E allora la libertà è un incantesimo, che si spezza quando si diventa grandi.



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Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?

Credere in se stessi. Nutrire la propria anima. Essere testardi. Questa è la ricetta perfetta per non far trasparire lentamente la propria individualità. Ciò che ci rende diversi è proprio la nostra dote, la nostra caratteristica insostituibile che ci rende questi e non altri. Ognuno di noi ha un compito, ed ha gli strumenti adatti per portarlo a termine. Potrei rivolgermi solamente agli scrittori, ma è bene che le mie parole siano rivolte a chiunque abbia un sogno. Il solo fatto di averne uno è magico, è speciale, ci rendi privilegiati, non vuoti. È nostra responsabilità prestare attenzione a noi stessi, ai nostri desideri. La società ci vuole tutti uguali. Ma noi abbiamo il dovere di proteggere la diversità.


Presentazioni, eventi e progetti futuri.

La mia prossima presentazione sarà il 24 maggio nella mia scuola, a Barletta (Puglia). Ne farò sicuramente altre, non appena avrò finito gli esami di maturità (incombenze passabili!). Il vero progetto futuro è il test di medicina, a settembre, e chiunque condivide con me questa “scelta” esistenziale potrà capire quanto sia importante.


Dove possono seguirti i lettori? Scatena tutti i tuoi social.

Chiunque volesse seguirmi, può farlo su Facebook ed Instagram e risponderò a qualsiasi curiosità o domanda! Mi trovate come “Silvia Desario”.Ringrazio chi mi ha letto e chi mi contatterà o leggerà! Sarebbe bello ricevere critiche o messaggi! A presto!



Ringrazio Silvia per la sua disponibilità e vi rimando al prossimo articolo.


martedì 22 maggio 2018

Intervista ad Alessio del Debbio





Salve a tutti, oggi vi presento l'autore toscano Alessio del Debbio che ci parla delle sue tante opere. Passo subito la parola a lui.


Ciao Alessio, parlaci di te e della tua passione per la scrittura. Di cosa parlano i tuoi libri?
Buongiorno, Francesco.
Grazie per l’ospitalità.
Fin da piccolo, mi sono sempre divertito a creare storie e mondi fantastici, inventare finali alternativi o proseguire le favole o i libri famosi. Poi col tempo ho iniziato a buttare su carta le prime idee, a riordinare frammenti, pensieri, ricordi, così sono nate le prime storie. I miei libri parlano di amicizia, di libertà, di persone che combattono per i loro ideali.
I miei ultimi libri sono:
“Ulfhednar War”, una trilogia fantasy ambientata in Toscana ai giorni, che si compone attualmente di “La guerra dei lupi” (Edizioni Il Ciliegio, 2017) e “I Figli di Cardea” (sempre Edizioni Il Ciliegio, in uscita al salone del libro di Torino, 2018). I protagonisti sono Ascanio, un officiante della Madre Terra, discendente dalla Prima Congrega, e Daniel, un ulfhedinn fuggiasco, un guerriero lupo del culto di Odino, che devono fronteggiare una serie di antagonisti, tra cui l’ex branco di ulfhednar di Daniel e un negromante leggendario.

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“Berserkr”, edito da Dark Zone Edizioni, romanzo urban fantasy autoconclusivo ambientato a Berlino. Una Berlino alternativa, non quella turistica, bensì misteriosa e intrigante, dove si muovono le sette stirpi sovrannaturali che si sono a lungo contese la città. Il protagonista, Ulrik Von Schreiber, dovrà indagare e capire chi sta minacciando l’equilibrio.
Infine, “L’ora del diavolo”, edito dall’associazione Nati per scrivere, una raccolta di racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni popolari della Lucchesia e delle Alpi Apuane.

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Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?
Essere curiosi, indagare, studiare, documentarsi, essere aperti a ogni possibilità, sempre con la mente attenta e aperta alle novità. Noi scrittori siamo scrutatori attenti del reale, ladri di idee e di storie. Dobbiamo saper cogliere ogni sfumatura, ogni idea quando si presenta. E poi leggere, studiare, documentarsi, la fase di ricerca per me è sempre intrigante e affascinante.

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Presentazioni, eventi e progetti futuri.
Un sacco di eventi! Il 5 e 6 maggio sarò a La Spezia Comics, a uno stand con tutti i miei libri, dal 10 al 14 maggio sarò al Salone del libro di Torino, al mega stand Dark Zone – Nati per scrivere – Bakemono (che dovete assolutamente visitare, perché sarà fighissimo!), infine il 19 e 20 maggio sarò a Prato Comics, con la mitica Mala Spina. Se siete in zona, passate per un saluto e un autografo!

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Dove possono seguirti i lettori?
Ho un blog, “I mondi fantastici”, che promuove e sostiene la letteratura fantastica italiana, con recensioni, interviste a autori emergenti e articoli di approfondimento. E ho anche una pagina Facebook e un profilo Instagram.
Instagram: Alessio Del Debbio.
Un saluto a tutti!


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Ringrazio Alessio per la sua disponibilità e vi rimando al prossimo articolo.


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