mercoledì 6 dicembre 2017
Storia di Aidoborn: Capitolo 1/ Seconda parte
Attraversò a piedi nudi tutta la città, fino a salire sulla collinetta
in fondo dove era difficile incontrare molti passanti e regnava il silenzio di
una fiorente natura, con altissimi alberi che superavano le recinzioni, nascondendo
alla vista le grandi ville nei paraggi.
Come ogni sera Aidoborn entrò nella camera del fratello per
assicurarsi che stesse dormendo. Si prendeva cura di lui da quando era piccolo,
poiché era il minore dei due ed entrambi erano rimasti orfani in tenera età. I
loro genitori erano deceduti in un incidente avvenuto in una delle miniere
fuori città.
«Zeleny, perché sei ancora sveglio?»
Non rispose e si girò dall’altra parte, con la coda che fuoriusciva
dalle coperte.
«Cosa ti turba, fratello?» insistette Aidoborn posandogli una mano
sulla spalla.
Zeleny tremava e il fratello notò dei lividi evidenti sulla schiena.
«Cosa è successo? Avanti, parla!» incalzò a pugni stretti dalla
rabbia.
«Sono sta-ti i pa-dro-ni…» rispose tremolante.
«Quei maledetti! La pagheranno cara!»
«Calmati fratello! Non puoi sfidarli. Non puoi sfidare i Geviona!»
I Geviona erano una delle casate più influenti su Uskàn e Zeleny era
un loro servitore.
Aidoborn non smetteva di fissare i lividi sulla schiena del fratello e
dalla sua testa straripò un fiume di odio, che pervase poi tutto il suo corpo.
La notte era calata da un
pezzo. Le guardie di ronda sui balconi sonnecchiavano. La corda si avvinghiò
alla ringhiera, senza che se ne accorgessero. La prima figura uscì allo
scoperto e, senza mostrarsi, strangolò la guardia di spalle, facendo attenzione
ad attutire bene il tonfo sul pavimento. La luce fioca dell’esterno aiutò i due
che si erano arrampicati fin lassù, a muoversi nell’ombra e ad atterrare altre
guardie. La porta di vetro scorrevole era aperta e i due, con un cenno di
intesa, entrarono.
Zeleny non riusciva ad
orientarsi al buio: la luce emanata dalle loro torce elettriche era troppo
debole. Si voltò indietro per assicurarsi di non aver perso il fratello.
Quest’ultimo gli posò una mano sulla spalla per rassicurarlo.Svoltarono in un
corridoio a destra ed entrarono nella seconda stanza sulla sinistra, ma luce
delle torce rivelò loro che era vuota.Zeleny ebbe un sussulto,
sicuro di aver condotto il fratello nella stanza giusta.
«Devi credermi, i
diamanti erano qui, fino ad ieri. Li ho visti!»
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