martedì 10 aprile 2018

Recensione della serie "Troy: fall of a city"





Produzione: BBC e Netflix
Genere: Storica
Episodi: 8(60 minuti)
Uscita: 17 febbraio 2018
 


“Cercavo Krypton e mi sono imbattuto in questa serie” è questa la frase che ho pensato prima di guardarla. Come si evince dal titolo, la serie di soli 8 episodi, è incentrata sulla guerra di Troia, ispirata al poema omerico dell’Iliade, portando però sul piccolo schermo qualcosa di nuovo. Infatti, in questi episodi non è l’eroismo dei due schieramenti ad essere protagonista, ma il sentire umano in particolare dei due protagonisti Paride(Alessandro) ed Elena. Il regista della serie parte dal loro punto di vista, molto più centrale rispetto a quello di altri personaggi, che in questo caso fanno solo da contorno ai due. 





La serie non è eccellente, ma a mio modo di vedere bella, godibile, con ottimi spunti e soprattutto molto più veritiera, anche in alcuni dettagli, rispetto al film Troy, dove l’eroismo la faceva da padrone a discapito di una maggior caratterizzazione dei personaggi. Odisseo che si finge pazzo per non andare in guerra, il sacrificio della figlia di Agamennone, risolta anche la questione Briseide e Criseide, in molte scene la serie si mostra molto veritiera; e c’è di più, appaiono anche gli dei che patteggiano per l’uno o per l’altro schieramento e anche questo rende la serie autentica, nel sottolineare l’importanza della religione greca, dei sacrifici e vaticini, come dimostra anche la presenza di Cassandra, veggente figlia di Priamo. Superstizione e fede sono messe ulteriormente in risalto, proprio come nell’Iliade.






Quindi, Troia e i suoi intrighi hanno un ruolo più centrale rispetto agli invasori achei, rendendo la serie più interessante, soprattutto nel rapporto tra i vari personaggi, sottolineando il disprezzo che molte donne troiane provavano nei confronti Elena, una regina straniera che in pochi accettavano a corte. Gli spoiler potrebbero abbondare, ma in fondo molte scene le si possono immaginare per chi ha letto l’Iliade, o perlomeno conosce la storia. Non ci sono stati a mio avviso molti momenti epici come in Troy, ma in alcune scene la serie si è avvicinata molto a quei livelli. Anche se questa cosa potrebbe sembrare una pecca, è in parte giustificata anche dalla volontà dei produttori di soffermarsi più su una maggior caratterizzazione dei personaggi che sull’eroismo, come ho già accennato sopra. 




Interessante la storia di Paride- Alessandro, ben raccontata sin dal primo episodio, con tanto di scelta della mela d’oro.
Insomma, stiamo parlando di una buona serie, che non mi è dispiaciuta e di cui bisogna saper cogliere alcuni dettagli ben fatti e molto veritieri per apprezzarla. Non credo faranno una seconda stagione, che potrebbe prendere a questo punto solo uno sbocco dei due possibili: quello forse più evidente sarebbe la storia di Enea, magari fino alla fondazione di Roma o l’Odissea, anche se a quel punto bisognerebbe aggiungere molti elementi fantasy. Entrambi le idee sono molto accattivanti, staremo a vedere.




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