«È arrivato l’Ambasciatore!» urlavano altri
avvicinandosi a una nave spaziale nera con fori bianchi ai lati.
Da essa scesero dieci alieni
che ne scortavano uno che camminava a passo lento, come ultimo della fila.
Aveva il viso bianco e tutto il suo corpo era ricoperto da un’armatura con
placche azzurre.
Gli abitanti di quel
pianeta al suo passaggio lo imploravano in ginocchio.
«Aiutateci, Ambasciatore!»
«Guardate i nostri figli
e questo posto com’è stato ridotto!» Altri indicavano le loro case ridotte in
macerie.
«Portatemi dal vostro
generale!» disse l’alieno a cui si avvicinavano tutti.
Sulle sue spalle spuntò una
creaturina volante che cambiava colore mimetizzandosi con l’armatura azzurra. Aveva
sulla testa un piccolo corno, due braccia che terminavano in lame taglienti e
una coda rivestita da un ciuffo bianco.
Un
alieno verde, molto alto e calvo. Aveva una coda che terminava con una
protuberanza simile a un fiore. Indossava una corazza nera e un mantello rosso.
Inoltre, impugnava una spada dorata con una striscia di sangue al centro. Si
inginocchiò e con la sua lingua leccò la lama per ripulirla.
Un
soldato entrò nella tenda e si ritrovò ad assistere a quella scena. «Generale»
«Ho
detto che non dovete disturbarmi per nessun motivo!» si arrabbiò l’altro sollevandosi
da terra.
«È
arrivato l’ Ambasciatore, mio Signore!»
L’altro
lo fissò in cagnesco. «Fallo entrare e sparisci!»
«Come
desiderate, mio Signore!»
«Entrate,
Ambasciatore!» disse il generale con
disprezzo.
L’alieno
con l’armatura azzurra entrò stringendo tra le mani una pergamena.
«Accomodatevi!»
Il generale lo invitò a sedersi di fronte a lui.
Il
nuovo arrivato consegnò la pergamena al generale. Quest’ultimo la lesse.
Dopo,
infastidito, si rivolse all’ospite. «Le condizioni sono inaccettabili!»
«Mettete
fine a questa guerra, rispettate questo accordo che io vi porto da Nabiria!»
disse Balde.
«Questo
accordo? E quali sarebbero gli interessi della “Città dei contratti spaziali”
riguardo questa guerra?» chiese l’altro con rabbia.
«Generale
Kingvost, sapete benissimo che i pianeti satelliti di Nabiria vi forniscono
armi nella guerra tra il vostro popolo i Soditi e gli Alligatori del pianeta
Asftan» puntualizzò l’Ambasciatore.
«Siete
molto arguto, Balde, la vostra fama vi precede ma dovrete convincermi meglio se
volete che io rispetti questo armistizio!» disse il generale.
«Devo
rammentarvi che quando Nabiria e i pianeti satelliti sono implicati in uno
scontro tra due popoli, gli Ambasciatori Supremi di quel pianeta possono
ritirare i prestiti in denaro o armi e porre fine alle ostilità secondo le
prime leggi che riguardano la “Tutela di Nabiria”, correlate inevitabilmente
alla “Tutela universale delle razze aliene”. Inevitabilmente esse sono da
rispettare se interviene direttamente o tramite emissari secondari, con
allegata certifica, come il sottoscritto, il “Palazzo Neutro” di Nabiria»
spiegò Balde mostrando una medaglia con al centro una N, circondata da tanti cerchietti gialli.
Si
illuminava e mostrava in verticale il nome dell’Ambasciatore che era registrato al suo interno con tutti i relativi
dati che però non erano mostrati perché inseriti in una memoria riservata a
cui potevano accedere solo il proprietario e la stazione centrale di Nabiria.
In
quel caso essa mostrava il nome dell’Ambasciatore
“Overtan Balde”, registrato come numero 1289 nell’Archivio Centrale di Nabiria
e numero 1 con lode, stabilmente da dieci anni, per l’impegno nella graduatoria
annuale in cui venivano elencati in ordine di maggior punteggio tutti gli
ambasciatori registrati sul pianeta Nabiria.
«Dunque,
dite che dovrei abbandonare questa guerra…» disse esitante il generale.
«Se
non rispetterete questo accordo sarete giudicato prima dal Tribunale Spaziale
di Nabiria strettamente connesso agli OAS(Organi di Accordi Spaziali), che regolano
il lavoro degli ambasciatori di Nabiria di cui hanno redatto le regole sin dal
principio dell’esistenza della suddetta organizzazione e infine per la condanna
finale i vostri crimini saranno giudicati dal Tribunale Spaziale di Isplian. A voi
la scelta di firmare questo accordo rispettando ogni minimo punto destinando i
fondi che siete in procinto di investire per questa guerra alla ricostruzione
del vostro pianeta»
«Molto
illuminante, Ambasciatore e ditemi a
cosa vi serve quell’animaletto che portate con voi?» Il generale indicò la
creatura sulle spalle di Balde.
«Lui
è il mio assistente Sokolik, è di una razza poco conosciuta, un niumano»
rispose l’Ambasciatore, quasi
imbarazzato ma poi riprese il suo tono deciso. «Anche lui è registrato da poco
a Nabiria come assistente personale del Primo Ambasciatore, cioè il
sottoscritto»
«È
un animaletto molto interessante!» Kingvost si avvicinò alla creatura. «Su da
bravo, piccolino!»
Il
generale tentò di afferrarlo con forza ma Sokolik con le sue braccia taglienti
lo graffiò al volto.
«Maledetto,
che tu sia maledetto! Che voi siate maledetto Balde!» Kingvost urlava dal
dolore. «Firmerò quest’accordo Ambasciatore
ma godetevi la vittoria “Braccia
monche” perché voi non sapete da che razza di posto venite!»
«Voi,
come sapete?» chiese Balde con occhi spiritati di rabbia ma si trattenne nel
rispetto dell’altro e per non perdere la sua apprezzata professionalità nel suo
lavoro.
«Oh
andiamo, tutti conoscono il vostro soprannome perché siete un ambasciatore di
pace» gli ricordò Kingvost.
Il generale stava firmando l’accordo e con
decisione l’Ambasciatore impresse il sigillo
sulla pergamena con la sua medaglietta.
L’altro nell’osservare l’espressione
minacciosa sul volto di Sokolik ebbe paura di aggiungere altro. Balde stava per
uscire dalla tenda di Kingvost.
«Allora, come vanno le cose a Nabiria? Ho
saputo che ci sono dei problemi sul vostro amato pianeta!» lo interruppe il
generale.
L’Ambasciatore
si voltò. «Quello che succede a Nabiria non è affar vostro e neanche mio, io mi
limito a fare il mio dovere!»
«Attento Ambasciatore, che oggi avete fermato una guerra ma potreste non
fermare una crisi di gran lunga maggiore!» lo avvertì il generale.
«E voi signore della guerra, cosa ne
sapete di crisi se a malapena riuscite a sfamare il vostro popolo? Ripeto che
non è affar vostro quello che succede entro i confini di Nabiria e ora con il
vostro permesso ho altri affari urgenti di cui occuparmi» rispose Balde uscendo
dalla tenda.
Ad aspettarlo fuori c’erano gli alieni
della sua squadra di ricerche e una gran folla che si era radunata nei pressi
della tenda. Balde sollevò le braccia e mostrò a tutti l’accordo firmato dal
loro generale. Tutti i presenti gridarono di gioia e si inginocchiarono al suo
cospetto. Dopo per le vie della città iniziarono i festeggiamenti in onore dell’Ambasciatore.
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